… il sole splendeva e c’era qualche umano
… Era stata sviluppata una tecnica
per registrare ogni sinapsi, ogni via neurale,
ogni modello di apprendimento
di un cervello umano adulto
e per trasferire quella registrazione
al cervello metallico di un robot.
… La memoria della sua vita era stata cancellata,
e con quella gran parte del suo sapere
… Non avrebbe mai conosciuto calvizie
o difetti della vista o cataratte
o arteriosclerosi o artrite.
Era, come tenevano a ripetere gli esperti di ingegneria genetica,
un miglioramento dell’opera di Dio.
Ma poiché nessuno di loro credeva in Dio,
quell’autoelogio era falso.
… un collegio-dormitorio per esseri umani.
Era un luogo in cui ai giovani venivano insegnate le buone maniere del loro mondo:
Interiorità, Privacy, Autosufficienza, Piacere.
… trasferito alla produzione di piccole automobili,
a sovrintendere alla fabbricazione delle ultime migliaia
di macchine private
che sarebbero state guidate da una popolazione
che un tempo ne era infatuata.
… quando ci inculcarono quel primissimo diktat di saggezza:
“Se sei in dubbio, dimentica”.
… non vedo un neonato da tempo incalcolabile!
… non ho più visto un bambino piccolo.
Dove se ne sono andati?
E chi si è mai posto la domanda?
E poi la voce che viene dall’addestramento della mia infanzia mi ha detto:
“Non fare domande, rilassati”
(Walter Tevis, Solo il mimo canta al limitare del bosco, Mondadori editore, 2024, p. 9, 10, 11, 12, 13, 17, 29, 31)