COMIRNATY: E’ ancora possibile esprimere dei dubbi, o è un reato per la psicopolizia?

( I dubbi del BLOG )

     Ad oggi, le informazioni ufficiali che abbiamo su Comirnaty sono quelle presenti nella scheda tecnica rilasciata da EMA (Agenzia europea del farmaco).

     Mi chiedo: quanti nutrono delle perplessità dinanzi alla scheda tecnica di questo farmaco?

     Possibile che non si alzino voci per impedire una vera e propria “sperimentazione” di massa?

     Possibile che si permetta, anzi si raccomandi, di iniettare qualcosa mai prodotto prima, e di cui non si è fatto alcun controllo a distanza adeguata dalla somministrazione (anche per verificare eventuali effetti collaterali, come evidenziato anche al punto 10 della nota informativa del Modulo di consenso da firmare)?

     Con alcun farmaco ciò sarebbe possibile o eticamente ammissibile, proprio perché gli effetti sconosciuti che potrebbero manifestarsi a distanza dall’assunzione non sono stati indagati con una preventiva sperimentazione sufficientemente lunga.

     Invece per Comirnaty: “Per confermare l’efficacia e la sicurezza di Comirnaty, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio deve fornire la relazione finale sullo studio clinico relativa allo studio C4591001 randomizzato, controllato verso placebo, in cieco per l’osservatore” entro “Dicembre 2023” ( pag. 19 della scheda Comirnaty ).

     Perché nel Modulo di consenso si chiede di sottoscrivere che: “ho compreso i benefici ed i rischi della vaccinazione, le modalità e le alternative terapeutiche, nonché le conseguenze di un eventuale rifiuto”?

     Quali sarebbero queste “alternative terapeutiche”?

     Inoltre, non ci sono dati, o sono insufficienti, per la gravidanza (punto 4.6), l’allattamento (punto 4.6), gli immunocompromessi (punto 4.4), la genotossicità ed il potenziale cancerogeno (punto 5.3), le interazioni con altri farmaci (punto 4.5), ecc. ( i punti si riferiscono alla scheda Comirnaty )

     Sono, amaramente, stupefatto.

     Sulla scheda Comirnaty di EMA ho evidenziato i punti che, a mio avviso, sono quantomeno critici.

     Dal momento che ogni anno lo stato raccomanda la somministrazione del vaccino contro l’influenza stagionale solo ai pazienti a rischio (anziani, portatori di altre patologie), perché non fare la stessa cosa con questo?

     I pazienti a rischio sono gli stessi, come si evince dai dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità (qui il link sempre aggiornato).

     Invece si vuole iniettare il Comirnaty a tutti.

     Perché insistere per una vaccinazione di massa dal momento che Comirnaty indica nella scheda tecnica (punto 4.1) che “è indicato per l’immunizzazione attiva per la prevenzione di COVID-19”?

     Non mi pare di capire che si parli di capacità del vaccinato di non trasmettere più il virus, o sbaglio?

     Chi lo assume, quindi, si dovrebbe immunizzare, ed altri, che non lo avessero assunto, non potrebbero più infettarli.

     La scheda dichiara (Tabella 2) che il Comirnaty è efficace al 95%.

     Questo significa che per poter avere una ragionevole probabilità di essere infettati, il 5% dei vaccinati su cui il vaccino non avrebbe avuto effetto dovrebbe entrare in contatto con quel piccolo numero di positivi con sintomi, o carica virale elevata.

     Non sono un matematico ma mi sembrano percentuali di probabilità molto piccole.

     Perché l’ossessione per le mascherine e il distanziamento personale dal momento che non sembra affatto che gli asintomatici (ossia i NON malati, che rappresentano almeno i 4 quinti dei cosiddetti “positivi”) possano infettare qualcuno ( ad esempio ) ?

     In Italia sono stati fatti, ad oggi, più di 440.000 test per milione di abitanti, ossia 27.004.272 ( dati riportati da Worldometer ).

     Non sappiamo quanti di questi siano test ripetuti sulla stessa persona.

     Assumo, per prudenza di calcolo, che ogni persona sia stata testata 4 volte.

     Quindi quei 27.004.272 di test sono stati effettuati su 6.751.068 individui.

     Se anche solo il 70% di loro è guarito, o non ha mai manifestato sintomi tali da richiedere una terapia, è corretto immaginare che hanno sviluppato una risposta immunitaria verso il virus?

     Se così fosse, perché vaccinarle (e parliamo, nella mia ipotesi, di più di un abitante su 10)?

     La durata di questa immunità, come pure quella che dovrebbe essere indotta da Comirnaty, non è ancora stata sufficientemente definita.

     Perché “Non è richiesto di sottoporre a test di screening per SARS-CoV-2 una persona asintomatica prima di somministrare la vaccinazione”? ( circolare ministero pag. 12 ).

     Se fosse già immunizzato, perché vaccinarlo?

     Spero, e Dio lo voglia, che presto giungano risposte chiare ed esaustive a questi dubbi e a queste domande.

 

      Domande e risposte su Comirnaty – EMA FAQ

 

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