Il giorno eternamente gioioso ed eternamente doloroso

in cui il Figlio di Dio fatto uomo fu crocifisso,

tutte le cose rientrarono nell’ordine,

E in quest’ordine divino

la croce si innalzò al di sopra di tutte le cose create.

Di esse, alcune manifestavano la bontà di Dio,

altre la sua misericordia,

altre ancora la sua giustizia.

Solo la croce fu il simbolo del suo amore e il pegno della sua grazia.

Grazie a essa confessarono i confessori,

furono caste le vergini,

vissero vita angelica i padri nel deserto,

e i martiri furono testimoni convinti che accolsero la morte con virile e fermissimo volto.

Dal sacrificio della croce scaturirono quelle portentose energie

con cui i deboli misero paura ai potenti,

con cui i proscritti e gli inermi salirono al Campidoglio,

con cui pochi poveri pescatori vinsero il mondo.

Dalla croce attingono la vittoria tutti quelli che vincono,

valore tutti quelli che combattono,

misericordia tutti quelli che la cercano,

rifugio tutti i derelitti,

gioia tutti gli afflitti

e consolazione tutti i piangenti.

Da quando fu innalzata la croce, non vi è uomo che non possa vivere in cielo

ancor prima di aver lasciato sulla terra le sue spoglie mortali;

perché chi vive qui nella tribolazione è già là con la speranza.

 

(Juan Donoso Cortés (1809-1853), Saggio sul cattolicesimo, il liberalismo e il socialismo, Traduzione Giovanni Allegra, Rusconi, 1972, p. 403)

 

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