“Ogni CONTRARIETA’ al conflitto è espressione di VILTA'”

L’opinione pubblica italiana in realtà è in massima parte contraria all’entrata in guerra.

Solo una piccola minoranza, gli interventisti, è favorevole al coinvolgimento.

Ma è una minoranza particolarmente rumorosa e aggressiva,

che ha al proprio fianco quasi tutta la stampa

nonché il sostegno attivo della grande finanza e di alcune potenze straniere.

Ogni contrarietà al conflitto, ogni perplessità,

vengono rappresentate dagli interventisti come espressioni di viltà,

se non come forme di complicità con il «nemico»,

e chi osa esprimere posizioni pacifiste è fatto oggetto di una violenta,

sistematica campagna di denigrazione

che punta all’emarginazione del dissenso.

Il minoritario, e in larga misura artificiale,

movimento interventista trascinerà così l’Italia in un conflitto

che si rivelerà catastrofico in termini umani,

sociali ed economici,

e che fornirà le premesse per la nascita della successiva dittatura”.

 

No, ma che avete capito?

 

Il testo riportato sopra non descrive l’Italia dell’aprile 2022,

e la guerra di cui parla non è il conflitto ucraino

È l’Italia del 1915, alla vigilia della sua entrata nella Prima guerra mondiale.

 

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