… Un elemento immancabile,
di primo piano, nei film è un insieme di persone che si chiama “famiglia”.
Sembra che fosse una sistemazione molto comune ai tempi antichi.
… è in contrasto col diktat “essere soli è meglio”
… l’ho guardata a bocca aperta. Era un’idea incredibile.
«Lei non prende pillole?»
… «Lei sa cosa sia il lavoro in questi tempi.
Devono disattivare i robot per trovare qualcosa da fare per noi»
… se ne stavano accuratamente distanziate le une dalle altre
sui sedili del bus,
oppure camminavano su e giù per i viali,
evitando accuratamente di incrociare gli sguardi.
… “Memorizzare la mia vita”.
Non potevo togliermelo di mente,
anche se non riuscivo a capire.
… la Cappella dei Preadolescenti
dove andavamo circa un’ora al giorno
per le esercitazioni di Privacy
e per l’Addestramento alla Serenità.
Dovevamo star seduti in una stanza affollata di bambini della nostra età
e imparare a ignorare la presenza degli altri
osservando intensamente luci e colori in movimento
su un enorme schermo televisivo
… ho pensato anche di gettare il mio bicchiere di tè sui loro poveri corpi in fiamme,
ma la loro Privacy naturalmente me lo vietava.
Così me ne sono stato semplicemente lì a osservare.
… «Gli Investigatori non scoprono più niente.»
… «Non ne hanno bisogno.
Tutti sono talmente condizionati fin da bambini
che nessuno fa più niente»
… una colazione a base di uova sintetiche strapazzate e tè caldo
… La cameriera robot dietro il banco gli ha risposto che
le patatine dorate fritte sono proibite per colazione.
(Walter Tevis, Solo il mimo canta al limitare del bosco, Mondadori editore, 2024, p. 33, 34, 35, 37, 39, 41, 50, 53)